CAPITOLO 1
Commodore 64: Chi era costui?
Cominciamo subito
dall'aspetto: soprannominato "biscottone", il Commodore 64 primo
modello si presentava come una grossa scatola grigio chiaro di base
rettangolare, con gli spigoli smussati; sulla faccia superiore vi erano
i tasti, neri (ma ve n'erano quattro, i cosiddetti tasti funzione, di
colore grigio scuro). Niente di eccezionale... sarebbe passato
tranquillamente
inosservato, data la sua somiglianza con il fratello maggiore, il
Commodore VIC 20... Ma come succede spesso nella vita, è meglio
non fermarsi alle apparenze: all'interno di quella scatola c'era un
"cervello", nella forma di un microprocessore con frequenza 1Mhz e di
una memoria di "soli" 64Kbytes; e diversi "organi" vitali, tra cui il
VIC-II (glorioso chip grafico, funzionante sia in modalità
standard, alla risoluzione di 320 x 200 pixel, che in modalità
multicolore, alla risoluzione di 160 x 200 pixel, e capace di gestire
oggetti animati indipendenti dai caratteri grafici sullo schermo) e lo
strabiliante SID (il chip sonoro, uno dei migliori sintetizzatori mai
realizzati, dotato di 3 oscillatori indipendenti con 4 forme d'onda
diverse - triangolare, a dente di sega, quadrata o ad impulso variabile
e rumore - e generatore di inviluppo ADSR; c'era ovviamente la
possibilità di sincronizzare gli oscillatori, metterli in
modulazione circolare e filtrare l'output - tramite filtri passa alto,
passa basso, passa banda e taglio -; per non parlare poi dell'ingresso
audio esterno e della conseguente possibilità di campionare
suoni - e riprodurli - alla frequenza massima di 4Khz). Era possibile,
ovviamente, collegare periferiche come il Disk Drive 1541, il
Datassette (registratore - lettore di nastri contenenti dati), la
stampante Commodore, due joystick... e grazie alle uscite audio e video
si poteva indirizzare l'output sonoro e visivo verso un impianto hi-fi
e/o verso un televisore od un monitor. Come se non bastasse, era anche
presente una porta
di espansione... La mia descrizione non è esaustiva (e forse
nemmeno esauriente), ma credo sia in grado di rendere al meglio le
caratteristiche e le potenzialità di questo giocattolo
tecnologico; vederlo in azione, nei videogames e nei demo più
recenti, comunque, è tutta un'altra cosa e vale più di
mille spiegazioni...
Inutile dire che, quando vidi per la prima volta la voluminosa scatola
blu che lo conteneva, esultai: di quel computer parlavano in
televisione, e mio cugino Piero ne aveva uno già da un po' di
tempo... Sicuramente, tra tutti i regali che ricevetti in occasione
della mia Prima Comunione (o meglio, tra tutti i regali che io e mio
fratello gemello Aldo ricevemmo in occasione della nostra Prima
Comunione), era quello che attendevo di più. Dato che avevo
appena 9 anni (compiuti da circa un mese), mio padre
pensò bene di provare per primo a farlo funzionare - in mia
assenza -, e nel
frattempo (prima che cominciassero le vacanze estive) mi
consigliò di dare un'occhiata al manuale. Ovviamente lo feci con
una certa riluttanza... preferivo di gran lunga la "consulenza" di mio
cugino Piero, di 2 anni più grande di me. Così, quando
andavo a casa sua, rimanevo incantato dai giochi che aveva: Mundial
Soccer (meglio noto come International Soccer), con cui organizzava
campionati viruali; Sir Lancelot (al secolo
Hunchback), storia di un simpatico omino che doveva salvare la sua
bella attraversando passaggi tortuosi in cima al castello in cui era
tenuta prigioniera (in particolare mi piaceva la sequenza iniziale in
cui il personaggio saltellava allegramente verso il punto d'inizio
della sua missione, neanche stesse andando ad una scampagnata!); Popeye
(conversione dell'omonimo gioco da Bar - si poteva giocare al Bar
Italia -, in cui mi divertivo di cuore a vedere mio cugino andare su
tutte le furie quando perdeva una vita!) e pochi altri... Fu a casa sua
che provammo a far funzionare per la prima volta la cassetta che mi era
stata regalata insieme al computer; una cassetta contenente 10 giochi a
cui non vedevo l'ora di giocare! L'attesa fu lunga quasi un mese...
finché finalmente, finita la scuola, mio padre comprò un
piccolo televisore in bianco e nero e ci aiutò a collegarlo al
computer ed a sintonizzarlo: il nostro Commodore 64, ambitissimo
giocattolo tecnologico,
era pronto a farci divertire e sognare...